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FONDO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO AGRICOLO – IFAD: al servizio dei più poveri tra i poveri

 

FONDO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO AGRICOLO – IFAD: al servizio dei più poveri tra i poveri

Il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD- International Fund for Agricultural Development), istituito a Roma nel 1977, ha la duplice natura di Agenzia specializzata delle Nazioni Unite e di Istituzione Finanziaria Internazionale. Il suo obiettivo è di contrastare la povertà e la fame nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo, attraverso programmi di sviluppo locale che l’IFAD realizza in stretta collaborazione con i governi dei Paesi beneficiari e con il coinvolgimento degli attori locali. Il Fondo mira ad incrementare la capacità produttiva e il reddito delle popolazioni rurali, facilitando l’accesso ai servizi finanziari, alle risorse naturali, alle tecnologie in agricoltura e ai mercati. Nei suoi programmi, inoltre, presta particolare attenzione alle donne a cui viene spesso negato un accesso equo ad opportunità e risorse (compresa la terra). Circa la metà dei beneficiari delle iniziative promosse dal Fondo sono donne.
Clima e ambiente sono temi centrali dei progetti IFAD. Nel 2012 il Fondo ha lanciato il Programma di Adattamento al cambiamento climatico per piccoli agricoltori (ASAP) che rappresenta il canale maggiore attraverso cui il Fondo concede finanziamenti ai piccoli agricoltori, con l’obiettivo di aiutarli ad aumentare la loro capacità di adeguarsi alle mutate condizioni climatiche e alle calamità naturali.

STATI MEMBRI E PARTNER DEL FONDO
L’IFAD è il risultato di un partenariato tra Paesi dell’OCSE, dell’OPEC e in via di sviluppo. Conta complessivamente 176 membri.
Gli Stati membri sono i partner principali del Fondo al quale contribuiscono anche Banche di Sviluppo Multilaterale (MDBs), settore privato e altre agenzie delle Nazioni Unite del Polo Romano (FAO e WFP).

LA STRUTTURA
La struttura governativa del Fondo è così composta:
- Il Presidente, con compiti di guida del Fondo, che presiede il Consiglio Esecutivo. Viene designato dal Consiglio dei Governatori per un mandato di 4 anni, rinnovabile. È attualmente in carica, al suo primo mandato, il togolese Gilbert F. Houngbo (eletto nel 2017).
- Consiglio dei Governatori (Governing Council), che rappresenta l’organo di governo. Si riunisce una volta l’anno con la partecipazione dei Paesi membri. Ad esso spetta, tra l’altro, oltre alla nomina del Presidente, l’approvazione degli indirizzi e delle decisioni del Consiglio Esecutivo.
La cerimonia di apertura della 42ma sessione del GC, che si è tenuta il 14 e 15 febbraio 2019 presso la sede della FAO, ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Pontefice, del Presidente del Consiglio Conte nonché del Ministro dell'Economia e Finanze, Tria (nella sua qualità di Governor per l’Italia presso l’IFAD).
- Consiglio Esecutivo (Executive Board), composto da 18 Paesi membri e da 18 Paesi supplenti, eletti con un mandato di tre anni. Il Consiglio Esecutivo si riunisce tre volte l’anno e adotta le principali politiche e risoluzioni del Fondo e le sottopone al Consiglio dei Governatori per l’approvazione.

RISORSE FINANZIARIE
Le risorse finanziarie dell’IFAD provengono principalmente dal proprio capitale iniziale. Altre risorse includono i redditi da investimenti, il recupero dei prestiti erogati, i contributi dai Paesi membri e da istituzioni multilaterali che possono essere effettuati sia a titolo di ricostituzione delle risorse sia come finanziamenti aggiuntivi. Le ricostituzioni del Fondo avvengono ogni 3 anni.
Dal 1978 (anno di inizio delle attività) il Fondo ha realizzato prestiti e donazioni per 20,9 miliardi di dollari e mobilizzato ulteriori 28,6 miliardi di dollari per cofinanziamenti e contributi da parte dei paesi destinatari dei progetti. Nel 2018, circa la metà dei finanziamenti approvati è stata erogata a favore dei paesi africani e il 20% è stato destinato a paesi con situazioni di fragilità.
L’Italia e l’IFAD
L’Italia è un partner fondamentale per l’IFAD, non solo perché ne ospita la sede ed è uno dei maggiori contribuenti fin dal 1977, ma anche perché da lungo tempo è un paese all’avanguardia nell’ambito dell’innovazione finanziaria, dell’agricoltura sostenibile e della sicurezza alimentare. Il notevole impegno dell’Italia per la riduzione della povertà rurale e della fame nasce dalla tradizione agricola del paese e dalla costanza nel sostenere lo sviluppo delle proprie aree rurali: l’Italia riserva da sempre un posto di rilievo all’agricoltura e alla sicurezza alimentare nell’ambito delle proprie politiche per lo sviluppo, soprattutto dopo il 2008, con il lancio a l’Aquila dell’Iniziativa sulla Sicurezza Alimentare, nel quadro del G8.

Particolarmente interessanti le prospettive di collaborazione con il mondo delle cooperative italiane il cui modello - che unisce alla sostenibilità agro-alimentare l’attenzione per le dinamiche sociali - sembra rispondere alle esigenze dei paesi beneficiari.

Per il triennio 2019-2021 l’Italia, attraverso il Ministero dell’Economia e Finanze, ha annunciato un contributo di 66,56 milioni di dollari per la ricostituzione delle risorse del Fondo, contributo che mantiene il nostro Paese tra i maggiori donatori IFAD.
La Cooperazione italiana, in aggiunta ai suddetti fondi, concede all’IFAD contributi obbligatori, derivanti dall’Accordo di sede, e può concedere contributi volontari per il finanziamento di specifici progetti di sviluppo dell’IFAD.
A febbraio 2019, Italia e IFAD hanno firmato, inoltre, un nuovo Accordo quadro di partenariato che riflette gli obiettivi dell’Agenda 2030 e tiene conto delle priorità strategiche della Cooperazione Italiana.


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