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Il Premier Conte e il Direttore Generale della FAO Graziano lanciano a Roma il Centro per il Cambiamento Climatico e lo Sviluppo Sostenibile in Africa

Il 28 gennaio 2019, il Presidente del Consiglio Prof. Giuseppe Conte, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa, il Direttore Generale della FAO Graziano Da Silva e l’Amministratore di UNDP Achim Steiner hanno inaugurato a Roma il Centro per il Cambiamento Climatico e lo Sviluppo Sostenibile dell’Africa (ACSD).
Hanno partecipato all’evento diversi Ministri e rappresentanti di Paesi africani, intervenuti nel dibattito introdotto dalla tavola rotonda “Cogliere le opportunità per lo sviluppo sostenibile dell’Africa” moderata dal Consigliere Speciale per il Sahel del Segretario Generale dell’ONU, Ibrahim Thiaw.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta a Roma presso la sede del Centro, presso un immobile restaurato strategicamente collocato a metà strada fra la FAO e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM).

La realizzazione del Centro scaturisce da un Memorandum d’Intesa (MoU) tripartito tra la FAO, l’UNDP e il MATTM, firmato il 25 maggio 2018 presso la FAO e da un esplicito riconoscimento del G7 Ambiente di Bologna del giugno 2017 della fragilità del continente africano rispetto al cambiamento climatico.

La creazione dell’ACSD è volta a favorire lo scambio reciproco di informazioni, contatti e sinergie tra i Paesi africani e i Paesi del G7 (USA, Italia, Giappone, Francia, Regno Unito, Canada, Germania), per la promozione di efficaci politiche, iniziative e buone pratiche volte a fronteggiare il cambiamento climatico.

Una parte essenziale di questa iniziativa sarà dedicata all’agricoltura, settore di primaria importanza nel far fronte al cambiamento climatico. A tal proposito, infatti, la quasi totalità dei Paesi africani ha incluso la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore agricolo e l’adattamento al cambiamento climatico in agricoltura tra i propri “Nationally Determined Contributions” (NDCs) richiesti dall’Accordo sul Clima di Parigi.

Operativo da ottobre, il Centro ha già raccolto l’interesse di molte realtà italiane, quali ad esempio ENI ed ENEL (anche attraverso ENEL Green Power), e gli è stato attribuito l’incarico di attuare dei progetti finanziati dal Ministero dell’Ambiente in alcuni Paesi africani. Tra questi, si segnala un progetto per il miglioramento delle fonti energetiche di un ospedale in Swaziland, la sostituzione di 60 pompe per l’acqua da alimentazione diesel a solare in Etiopia, il capacity building per la gestione di parchi cittadini in Ruanda e un progetto sulla gestione dei rifiuti nella Repubblica Democratica del Congo.

Fondamentale per il successo di questa iniziativa è stato, infatti, l’apporto italiano manifestatosi concretamente da subito, come testimoniato dal cospicuo contributo finanziario elargito dal Ministero dell’Ambiente per i primi due anni di attività del Centro, pari a 4 milioni di Euro.