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L’Italia e le OOII

Il Polo Agroalimentare di Roma

Roma è la sede delle principali Organizzazioni delle Nazioni Unite che si occupano di sicurezza alimentare, agricoltura e sviluppo sostenibile, quali l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), alle quali ci si riferisce anche come il polo agro-alimentare romano.  A Roma ha sede, inoltre, un altro organismo internazionale che promuove la tutela della biodiversità e delle risorse genetiche come parte integrante della sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile: Bioversity International. Benché organizzate in maniera autonoma e distinta, con mandati specifici che determinano le loro rispettive competenze ed attività, queste organizzazioni perseguono obiettivi complementari, facendo riferimento ad una visione comune: la lotta alla fame ed alla povertà, con particolare attenzione allo sviluppo rurale. Inoltre, a conferma della centralità del settore agricolo e delle particolari competenze delle organizzazioni romane, Roma ospita anche la sede centrale dell’”High Level Task Force on the World Food Crisis” voluta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel 2008 e il Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale, piattaforma politica sulla sicurezza alimentare, con un segretariato formato congiuntamente da funzionari di FAO, WFP e IFAD.

Il Polo Romano e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Il Polo agro-alimentare romano costituito dalle tre Agenzie delle Nazioni Unite (FAOIFADWFP) assieme a Bioversity International, pone al centro i temi della riduzione della povertà e della fame e della promozione di agricoltura e sviluppo sostenibili. Con l’adozione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile il 25 settembre 2015, i 193 Stati Membri delle Nazioni Unite hanno definito i nuovi obiettivi globali (Sustainable Development Goals, SDGs) da attuare come continuazione e superamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, adottati nel 2000, nei prossimi 15 anni.

L’Agenda 2030 propone 17 Obiettivi e 169 Target, che integrano, tra le varie dimensioni dello sviluppo sostenibile, questioni legate alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e all’agricoltura, per creare un contesto in cui un’agricoltura più produttiva e rispettosa dell’ambiente possa garantire cibo per tutti. L’Obiettivo 2 è particolarmente ambizioso poiché mira a porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile entro il 2030.

La sfida al raggiungimento di questo Obiettivo e degli altri SDG correlati (SDG1 sulla riduzione della povertà, SDG3 sulla salute e benessere per tutti, SDG6 sul garantire l’accesso all’acqua, SDG12 sull’assicurare modelli produttivi e di consumo sostenibili, SDG13 su cambiamento climatico e suoi effetti, SDG14 su uso e conservazione sostenibile delle risorse naturali e SDG15 sulla promozione della biodiversità) è stata inglobata nelle agende di FAO, IFAD e WFP, riconoscendone la fondamentale importanza per le condizioni alimentari di tutti.

Bioversity, insieme a tutti i membri del Consorzio CGIAR, ha espresso la convergenza delle sue strategie con il raggiungimento degli SDGs, soprattutto quelli relativi a povertà, sicurezza alimentare, acqua, energia sostenibile, cambiamento climatico, uso della terra.

Anche l’IDLO, concentrandosi invece sullo Stato di Diritto come base dello sviluppo sostenibile, si è allineata con l’Agenda 2030 e si è
fatta promotrice in particolare degli Obiettivi 16, volto a promuovere pace e società inclusive, 10 sulla riduzione delle disparità all’interno e tra gli Stati e 5 sull’uguaglianza di genere.

Con la Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (ICN2) tenutasi a Roma dal 19 al 21 novembre 2014, la sfida globale della malnutrizione è stata riconosciuta come una questione prioritaria. La Dichiarazione di Roma sulla Nutrizione emanata dalla Conferenza contiene un decalogo di impegni in cui la nutrizione è considerata una problematica intersettoriale, da affrontare con un approccio globale, inclusivo e sostenibile. Contrastare i nuovi paradossi alimentari rappresentanti dalla fame nei Paesi in Via di Sviluppo e da sovrappeso e obesità che toccano ormai Paesi del Nord e del Sud del mondo, è un obiettivo prioritario.

Il Quadro d’Azione annesso alla Dichiarazione contiene 60 azioni di policy volontarie da attuarsi nel modo più efficace possibile a livello Paese che comprendono tutte le dimensioni della nutrizione come salute, agricoltura, sistemi alimentari, educazione, protezione sociale.

Expo Milano 2015 ha avuto un ruolo strategico nel contribuire a dare seguito agli impegni assunti dagli Stati nella Dichiarazione di Roma sulla Nutrizione. Dando risonanza globale al tema di garantire nutrizione e sicurezza alimentare per tutti, Polo romano ed Esposizione milanese hanno fatto convergere l’impegno di attori diversi, sotto la guida delle Nazioni Unite, nella Sfida Fame Zero, lanciata nel 2012 dal Segretario Generale Ban Ki Moon durante la Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile Rio+20. La sfida mira a ottenere un mondo libero dalla fame, dove sia possibile allo stesso tempo andare incontro alla crescente domanda di cibo e affrontare le nuove sfide ambientali.

La Carta di Milano, lascito dell’Esposizione Universale italiana, ha sancito un impegno concreto e collettivo da parte di governi, società
civile, imprese, università, organizzazioni internazionali e cittadini per affrontare lo Zero Hunger Challenge e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda 2030.

Le tre Rome-based Agencies del Polo Romano, cui si aggiungono Bioversity International e IDLO, si impegnano attivamente nell’affrontare le sfide globali poste dagli SDGs, ognuna secondo il suo vantaggio comparato, ma con la consapevolezza che un maggiore coordinamento tra loro è sempre più necessario per rendere gli sforzi comuni più efficaci.

Per questo motivo, l’Italia è  alla guida di un’azione volta a proporre una maggiore e più istituzionalizzata sinergia tra le RBAs, con il duplice obiettivo di evitare sovrapposizioni e avere congiuntamente un impatto maggiore sul terreno.