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Carta di Milano al traguardo del milione di firme; Martina la presenta all’ONU

NEW YORK – La Carta di Milano sbarca al Palazzo di Vetro nei giorni del vertice sull’Agenda 2030: “EXPO ci ha mostrato che agricoltura e cibo sono grandi strumenti di pace e di coesistenza, che attraverso cibo e agricoltura possiamo aprire percorsi di pace e costruire un mondo piu’ equo, solidale e giusto”, ha detto il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina illustrando al quartier generale dell’organizzazione mondiale per la pace il documento che rappresenta la legacy morale di EXPO e che e’ arrivato in questi giorni al traguardo del milione di firme.
Italia dunque leader di una nuova diplomazia fondata sulla cooperazione in fatto di cibo e agricoltura. “La Carta di Milano vuole rappresentare gli impegni fondamentali del diritto al cibo come diritto umano fondamentale, lotta allo spreco alimentare, tutela del suolo agricolo, educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità, contrasto al lavoro irregolare minorile, sostegno al reddito degli agricoltori e di metterli a disposizione dei cittadini”, ha detto Martina nel corso di un evento organizzato da Italia con Ghana, Brasile, Guyana, Brasile, Thailandia, assieme alle grandi agenzie dell’Onu per lo sviluppo agricolo e la lotta alla fame. L’occasione ideale per parlare di diritto al cibo: “Sta diventando a tutti gli effetti una responsabilita’ trasversale e il filo conduttore di tutti e 17 i nuovi obiettivi di sviluppo”, ha osservato Martina. “Non dobbiate aiutare le persone, per questo ci pensano loro”, ha detto il direttore generale della FAO Graziano Da Silva: “Dobbiamo invece promuovere lo sviluppo locale, creare lavoro e opportunita’ di impiego e mettere la gente in grado di produrre buon cibo”.
“La Carta di Milano porta una serie di elementi utili al dibattito sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile e sull’agenda post-2015. Tratta la questione della sicurezza alimentare in modo intersettoriale, includendo anche sanità, accesso al suolo e riduzione della fame”, ha dichiarato Tereza Campello, ministro braziliano allo Sviluppo sociale e alla lotta contro la fame. “Elevare il minimo salariale e creare nuovi introiti per i piccoli agricoltori” è la proposta del Brasile per “ampliare le possibilità di accesso al cibo” da parte della popolazione e “sostenere le famiglie che gestiscono i terreni e che cioè producono cibo sano, fresco, vero – riso, fagioli, verdure”.
Presentando il progetto “Borsa famiglia”, Campello insiste sulla necessità di educare a una corretta alimentazione “per non passare da un problema grave, quale la povertà, ad un altro altrettanto grande, quello dell’obesità”. “Abbiamo dato soldi ai più poveri e ora comprano fast food, mangiano male”, ha continuato Campello, spiegando che in Brasile è in atto una vera “epidemia che in realtà riguarda tutti gli strati sociali”.
Anche Chutintorn Gongsakdi, direttore generale del dipartimento di Affari economici interni del ministero degli Esteri tailandese, si è soffermato sull’obesità collegandola “al costo sanitario che comporta” e aggiungendo che c’è ancora da fare per migliorare “l’efficienza produttiva del Paese”, con riferimento soprattutto al riso. Per ministro ghanese degli Esteri, Hanna Seerwaa Tettehla sicurezza alimentare è fortemente legata al cambiamento climatico e la Carta di Milano aiuta a “costruire partenariati che portano a vedere il cambiamento che vogliamo”.
La Carta di Milano, che rappresenta la legacy di EXPO, sara’ consegnata il 16 ottobre a Milano, in occasione del World Food Day con Ban Ki moon e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Due settimane dopo EXPO chiuderà i battenti dopo sei mesi di afflussi record – finora 17 milioni di visitatori e 177 delegazioni di governi stranieri – ma per l’Italia il tragitto non e’ concluso: “Proveremo a raccontare l’impegno del Pese anche dopo EXPO con la consapevolezza che possiamo essere utili al dialogo Mediterraneo utilizzando gli strumenti dalla cooperazione agricola e alimentare per aprire vie di pace”. (AB/AS, 26 settembre 2015)