Coopermondo e Ifad hanno siglato oggi a Roma un accordo per il sostegno alle cooperative agricole nei paesi in via di sviluppo. L’intesa tra la Ong di Confcooperative e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo delle Nazioni Unite è stata sottoscritta durante l’evento organizzato da Coopermondo “L’esperienza delle cooperative italiane e lo sviluppo di partnership con le organizzazioni contadine”, realizzato nell’abito della sesta edizione del “Farmers’Forum”, il meeting mondiale organizzato dall’Ifad per promuovere il dialogo con i governi degli stati membri e le organizzazioni contadine dei paesi partner.Un impegno condiviso anche dalla cooperazione agroalimentare italiana. “Nel mondo – ha sottolineato nel suo intervento il presidente dell’Alleanza delle Cooperative per il settore agroalimentare, Giorgio Mercuri – oltre l’82% degli agricoltori possiede meno di 2 ettari. Le cooperative sono uno strumento adeguato per garantire sostenibilità economica ai piccoli agricoltori e contribuire in maniera significativa all’agenda dello sviluppo globale” .
“In molti dei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti- ha proseguito Mercuri – il nostro modello di business possa conciliare bisogni di conoscenza e expertise settoriale, necessari per permettere ai piccoli produttori di unirsi e presentarsi sui mercati internazionali, con la creazione di nicchie di mercato per le imprese italiane che esportano nel mondo prodotti agroalimentari per un valore di 36,85 mld di euro “.
Secondo Danilo Salerno, direttore di Coopermondo, “l’esperienza delle cooperative italiane può contribuire in maniera significativa a questo progetto attraverso la condivisione di conoscenze e di know-how tecnico sui servizi economici come i Consorzi di servizi e le piattaforme di distribuzione. Inoltre, le partnership con altri stakeholder chiave, come le Ong e le istituzioni finanziare, sono uno strumento effettivo che si può sviluppare”.
E’ il caso della Colombia dove la Ong lavora con cooperative agricole e di acquacoltura portando benefici indiretti a oltre 6000 persone nella regione del Cauca, un territorio fortemente colpito dal conflitto armato in corso da oltre 50 anni. “La cooperazione – ha concluso Salerno – genera uno sviluppo davvero diffuso, perché partendo dalla partecipazione e dal beneficio dei soci, primo tra tutti la sicurezza alimentare e l’accesso ai mercati locali, si allarga all’intera comunità dialogando costruttivamente con le Istituzioni e altri attori del territorio”