“Dal 2015 l’Italia è tornata e non è piú ultima tra i Paesi del G7 per l’impegno in cooperazione allo sviluppo”. Così il viceministro agli Esteri con delega alla cooperazione, Mario Giro, ha commentato i dati preliminari relativi all’aiuto pubblico allo sviluppo pubblicati dall’OCSE/DAC, che indicano un aumento del 14% dell’impegno italiano nel 2015.
“Il governo ha voluto dare una inversione di tendenza, dopo anni in cui i fondi stanziati per la cooperazione internazionale erano tagliati ed eravamo il fanalino di coda” ha proseguito Giro.
Il rapporto aiuti allo sviluppo sul reddito nazionale passa dallo 0,19% del 2014 allo 0,21% del 2015, toccando i 4,5 miliardi di dollari. L’aiuto italiano cresce in un anno del 14%, un aumento anche al netto dei costi per l’accoglienza dei rifugiati. In sintesi, 500 milioni di dollari in piú rispetto al 2014, di cui 140 milioni di dollari per l’accoglienza ai rifugiati.
“L’Italia è tornata e l’ultimo Def ha confermato la volontá del governo di un incremento continuo per gli anni successivi per arrivare a spendere 5,6 miliardi di dollari in cooperazione nel 2020”. Secondo Giro, la sfida ora è “garantire qualitá, trasparenza e raccontare agli italiani come la cooperazione cambia la vita delle persone”.