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Da Silva (FAO) all’Onu: sicurezza alimentare fattore di pacificazione

La sicurezza alimentare come fattore di pacificazione, oltre che volano di sviluppo e benessere. Migliorarla può aiutare a costruire una pace sostenibile e scongiurare un possibile conflitto: è la tesi espressa dal Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, in un intervento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questa è stata la prima volta che la FAO partecipava a lavori del Consiglio di Sicurezza.

L’incontro è stato organizzato dal governo dell’Angola, che deteneva la presidenza del Consiglio di Sicurezza nel mese di marzo, e dalla Spagna, attualmente membro del Consiglio. Hanno convocato questa riunione del Consiglio di Sicurezza con la Formula Arria, un metodo di lavoro introdotto un quarto di secolo fa, che è stato sempre più utilizzato per discutere le questioni relative alla pace e allo
sviluppo, e che permette inoltre ai membri del Consiglio di usufruire di competenze e informazioni fornite da parti estranee. “Sappiamo che gli interventi che promuovono la sicurezza alimentare possono aiutare a prevenire una crisi, mitigarne l’impatto e promuovere la ripresa post-crisi”, ha detto da Silva secondo il quale i conflitti sono un fattore chiave delle crisi alimentari prolungate, dove la fame è tre volte più probabile che nel resto del mondo in via di sviluppo, mentre i paesi con i più alti livelli d’insicurezza alimentare sono anche quelli più colpiti dai conflitti.

Questo è confermato da casi che vanno dalla Siria allo Yemen dal Sud Sudan alla Somalia. Da Silva ha poi citato l’Angola e il Nicaragua post-conflitto, il Ruanda post-genocidio e Timor Est post-indipendenza come casi in cui la pace e la sicurezza alimentare si sono rafforzate a vicenda. L’opposto può anche rivelarsi vero, portando a una ricaduta nella violenza. Ma soprattutto ha sottolineato che una premessa fondamentale dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 adottata da tutti gli Stati membri dell’ONU lo scorso anno, è che “non ci può essere sviluppo sostenibile senza pace e pace senza sviluppo sostenibile.” Ha fatto poi notare che il rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon: “One Humanity: Shared Responsibility“, per il Vertice Mondiale Umanitario che si è tenuto a Istanbul a maggio, chiede “un impegno attivo nella prevenzione dei conflitti” da parte di tutti gli attori internazionali, tra cui il Consiglio di Sicurezza. “Come tutti sappiamo, la prevenzione richiede affrontare le cause profonde del conflitto, tra queste la fame e l’insicurezza
alimentare”, ha affermato.

Il direttore generale ha poi annunciato che la FAO sta sviluppando una politica corporativa di promozione della pace per amplificare il suo contributo alla prevenzione dei conflitti, che consiste nel creare un quadro più efficiente e flessibile per la collaborazione. “L’attuazione di una tale politica richiede un forte impegno con i governi e una vasta gamma di soggetti umanitari e di sviluppo per la
costruzione della pace “, ha detto, notando che la FAO ha una lunga storia di stretta collaborazione su questioni di questo tipo con partner sia all’esterno che all’interno del sistema delle Nazioni Unite, tra cui il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, il Programma Alimentare Mondiale e l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari.