“Delusione” e “frustrazione”: sono queste le parole usate dall’inviato speciale del segretario generale dell’ONU per la Siria Staffan De Mistura per descrivere il sentimento raccolto tra la Task Force per l’accesso umanitario in Siria, che ha incontrato il 14 aprile a Ginevra, dove sono ripresi i negoziati di pace. La causa della frustrazione, da lui condivisa, sta nella “mancanza di nuovi convogli, in particolare in alcune aree che sono state individuate come assediate”: “Ad oggi, non siamo stati in grado di raggiungere Douma, Daraya o l’est di Harasta, e dobbiamo fare di più a Madaya, Zabadani, Kefraya e Fouah”, ha detto De Mistura. Tuttavia, “in questo periodo ci aspettiamo un miglioramento incrementale per quanto riguarda il raggiungimento dei luoghi assediati”, ha riferito il diplomatico italiano-svedese. Da domenica, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha effettuato tre lanci aerei di aiuti alimentari a Deir Ezzor, l’ultimo di oggi. Questa è “una buona notizia”, “un bel risultato, e anche una bella dimostrazione di ciò che la cooperazione internazionale dovrebbe essere”, De Mistura ha commentato, sottolineando il contributo dato dal Canada, dall’Italia, dai Paesi Bassi, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e dalla Russia. Questi lanci sono stati resi possibili dagli aiuti finanziari dei governi di Canada, Italia, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti”, ha dichiarato il PAM, aggiungendo che “dei ringraziamenti vanno anche alla Giordania, agli USA e alla Russia per il loro sostegno specializzato”.
Un totale di 20 tonnellate di rifornimenti di cibo, urgentemente necessari e composti prevalentemente di fagioli, ceci e riso, sufficiente a sfamare 2.500 persone per un mese, sono state paracadutate da un aereo noleggiato sulla città in Siria orientale, dove negli ultimi due anni 200mila persone hanno vissuto sotto assedio. E’ la prima volta, ricorda una nota PAM di ieri, che i lanci di aiuti alimentari del Programma raggiungono parti assediate della città, da marzo 2014. Un tentativo era stato effettuato il 24 febbraio, ma alcuni pallet finirono fuori dalla zona di atterraggio e altri furono danneggiati a causa di paracaduti malfunzionanti. Questa volta, “dei 26 pallet carichi di cibo, paracadutati dall’aereo, 22 sono stati raccolti dalla Mezzaluna Rossa Siriana (SARC), partner del World Food Program
nella città. Il WFP sta lavorando per individuare gli altri quattro pallet”. Ad occuparsi della distribuzione sarà SARC.
De Mistura ha aggiunto oggi che i prossimi lanci includeranno, con molta probabilità, dei medicinali: “Ho sollevato la questione con le autorità [di Damasco] e mi hanno assicurato che avrebbero consentito da qui in avanti [all’uso di] tutti i farmaci”, salvo alcune eccezioni.
“Spero che quanto promesso si concretizzi”, ha continuato l’inviato speciale, sottolineando la gravità della situazione sul terreno. In particolare, come già annunciato dal consigliere speciale Jan Egeland, 500 persone in quattro città hanno bisogno di evacuazione medica, ma “tutto è bloccato”, con gruppi diversi che rendono difficile procedere quando è coinvolto qualcuno dell’opposizione. “Quindi la mia proposta – ha aggiunto – è:se c’è un caso di emergenza medica, consentirgli di essere evacuato, e quando la stessa situazione c’è dall’altro lato, far sì che avvenga lo stesso. In teoria non si dovrebbe mai discutere di questo, è un dovere farlo”.
Il contributo italiano al PAM, che a febbraio è stato di 400mila euro, è parte di un più ampio impegno umanitario del Paese nella crisi siriana. Alla conferenza dei donatori per la Siria (Londra, 4 febbraio), il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva annunciato che l’Italia avrebbe contributo con “400 milioni di dollari nei prossimi tre anni”.