L’Italia è in linea con gli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Laura Frigenti, intervenendo alla conferenza “L’Italia verso una nuova Cooperazione. Conoscere la legge 125/2014”, che si è tenuta quest’oggi presso l’Università Sapienza di Roma.
Nonostante la legge sia arrivata prima dell’approvazione dell’Agenda 2030 “essa riflette la stessa idea di aiuto allo sviluppo, che non è più inteso come aiuto bilaterale, da governo a governo, ma diventa lo sforzo di un sistema di attori e di operatori nei confronti di un altro sistema beneficiario”, ha dichiarato Frigenti presentando le nuove linee guida in materia di aiuto allo sviluppo. “Chi ha assistito all’evoluzione della storia della cooperazione in Italia ha sempre notato una sorta di schizofrenia tra una spinta estremamente solidale e appassionata da parte di tanti settori della società civile e una tiepida risposta del settore pubblico, che poco sosteneva tale slancio, al contrario di quanto accaduto in molti altri paesi”. Dopo molti decenni di ritardo “si è finalmente riusciti a mettere l’Italia in una posizione migliore, con una legge che equipara gli strumenti normativi a nostra disposizione a quelli in uso in paesi con simili obiettivi di sviluppo”.
Sull’importanza di favorire una sinergia tra i diversi attori che operano nel settore dello sviluppo è intervenuto anche Giampaolo Silvestri, segretario generale di fondazione Avsi. “Lo sviluppo non riguarda solo le Ong o il settore pubblico, ma anche le imprese che lavorano nei paesi interessati”. Queste “devono capire che fare investimenti che abbiano un impatto sociale benefico comporta vantaggi anche per loro. Le aziende devono mettersi insieme alla società civile”. La sfida “è quella di coinvolgere anche le piccole e medie imprese italiane”, ha detto Silvestri.
Un ruolo, quello della cooperazione allo sviluppo, oggi più che mai attuale, come ha sottolineato nel suo intervento introduttivo Roberto Pasca di Magliano, presidente del corso di laurea “Cooperazione e sviluppo”. “La globalizzazione e lo strapotere dei mercati hanno accresciuto le diseguaglianze. A ciò si aggiunge l’escalation del terrorismo. In passato si è pensato di combattere tale fenomeno attraverso l’uso della guerra, ma i conflitti alimentano nella popolazione colpita il consenso verso poteri autoritari o organizzazioni terroristiche”, ha detto di Magliano, sottolineando che “il futuro è nel rilancio della cooperazione”. Per frenare parte dell’emigrazione economica “bisogna creare in loco occasioni di sviluppo, che creino progettualità e radichino le persone in quei territori”.